LA STRATEGIA EUROPEA SMART VILLAGES

LE COMUNITÀ GENERANO SVILUPPO

La strategia Smart Village mira a incanalare le risorse della comunità per affrontare i problemi chiave dello specifico contesto locale, offrendo soluzioni innovative alle sfide locali di contrastare il declino demografico, adeguare le opportunità di sviluppo e i livelli di qualità della vita e dei servizi.

La diversità dei contesti locali indicano che non esiste un approccio universale che porti alla formazione di uno Smart Village: i punti di partenza e i fattori scatenanti del cambiamento appartengono ad una dimensione identitaria e univoca, che non consente standardizzazioni.
Tuttavia ci sono elementi comuni che caratterizzano la maggior parte delle iniziative, con quattro condizioni abilitanti:

1. Buone strutture di governance: il processo può essere avviato attraverso strutture esistenti, istituzionali o d’impresa, ma può essere guidato anche da un gruppo di cittadini attivi. Le autorità locali possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo, poiché sono in una posizione strategica per fungere da collegamento e coordinare i diversi gruppi di interesse e sviluppare azioni di capacity building per i beni comuni.

2. Una comunità locale attiva e impegnata è fondamentale per il successo. Il coinvolgimento attivo della popolazione locale, non solo nell’avvio e nella pianificazione del processo, ma anche nell’attuazione delle azioni, è una caratteristica comune degli Smart Village di successo, garantendo lo sviluppo di un piano strategico fondato su una visione condivisa di futuro.
La partecipazione, inoltre, si nutre e genera senso di appartenenza, che è un fattore chiave durante le successive fasi di attuazione.

3. Strategie semplici, comprensibili e inclusive. Gli obiettivi finali dovrebbero essere chiari fin dal principio: le persone si aspettano azioni con benefici tangibili, non dichiarazioni di intenti astratte o vaghe, né libri dei sogni. Pertanto le strategie dovrebbero essere radicate in una comprensione condivisa dei bisogni ed essere concepite come una sequenza di azioni finalizzate a un obiettivo chiaro, concentrato su obiettivi di sviluppo che corrispondono ai bisogni più diretti della comunità.

4. Cooperazione, cultura di rete e alleanze. La cooperazione può avere elementi sia interni (es. istituzioni, imprese, associazioni, società civile, ecc.) che esterni (altri territori, limitrofi o ). Il coinvolgimento di attori esterni può aiutare ad affrontare alcune delle sfide principali. Può fornire una capacità sufficiente per attuare piani, garantire i finanziamenti necessari e crea un luogo per condividere know-how e buone pratiche. Inoltre, i collegamenti con la comunità di ricerca possono contribuire notevolmente a trasformare i processi di pianificazione strategica in una storia di successo, in quanto il mondo accademico può fornire una solida conoscenza tecnica e/o tematica su aree specifiche (ad es. tecnologie digitali)

IL PROGRAMMA NAZIONALE «PICCOLE PATRIE»

DALLE ESPERIENZE DI COMUNITÀ AL TURISMO

Il programma nazionale «piccole patrie» intende ridisegnare le geografie turistiche del “Bel Paese” attorno a quello che consideriamo essere “il terzo pilastro del turismo italiano“: la dimensione rurale, “provinciale” e “borghigiana”.

Gli obiettivi del programma sono quattro:

1. ripartire dalle esperienze di comunità, attivando processi partecipativi e “dal basso”  e attività formative in grado di generare un prodotto turistico nazionale che sappia andare oltre il segmento balneare e le città d’arte

2. digitalizzare e valorizzare l’immenso patrimonio culturale diffuso, materiale e immateriale, attraverso la «mappa delle meraviglie d’Italia», geolocalizzata e in chiave di storytelling, fornendo strumenti digitali e integrati (prenotazioni online, e-commerce, digital ticketing, customer care…)

3. creare reti territoriali tra persone, risorse, esperienze e servizi, per viaggiatori e residenti, per creare community e generare opportunità per il tessuto economico locale, secondo il modello della «filiera corta dell’accoglienza»

4. far incontrare domanda e offerta anche nelle località “minori”, formulando un catalogo nazionale dell’offerta territoriale attraverso l’accompagnamento della comunità locale e del tessuto d’impresa verso il travel design delle esperienze.

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